Io, testimonial del Golfo
di Gabriella Molli
Che emozione ho provato dall'alto dei miei quasi settantanove anni, percorrendo quel tratto di Passeggiata Morin, dove sono stati postate le foto giganti di Oliviero Toscani che fanno parte del progetto "Buon Appetito", ideato dall'Autorità Portuale della Spezia.
Io faccio parte di quelle foto. La mostra "Buon Appetito" è l’atto ultimo di un percorso straordinario in cui sono stata coinvolta come personaggio senior che si occupa da anni di Cibo e Tradizione del Golfo della Spezia, del suo entroterra e della Lunigiana storica. Assieme ad altri ventuno volti, ho rappresentato un volto-un cibo-un’anima. Il che ha il significato di qualcosa di più che una semplice foto. Oliviero Toscani voleva catturare una vita (la mia) trascorsa alla ricerca di una storia del cibo targata Spezia, che si inserisse nel grande Mediterraneo. Perché i muscoli ripieni che tenevo fra le mani, facevano parte dei cibi del Golfo, è vero, ma erano anche portatori di un messaggio antico di dolcezza delle acque del Golfo che va tutelata. Ce la siamo ritrovata, perché distruggerla? Quindi anche i muscoli segnali antropologici da conservare e far amare. Non so se questo sia stato così importante da legare il mio viso (segnato dal tempo) con la ‘facies’ dei muscoli ripieni, avvolti nel velluto del sugo di pomodoro. So che c’è un sottile filo rosso che Toscani ha teso fra il mio sorriso lento e quel piatto che vado indicando. Certamente Toscani ha capito che io lo amo perché viene davvero da lontano, là dove i popoli che ne hanno fatto consuetudine alimentare, hanno tanti addentellati comuni, a cominciare dalla triade farina-olio-vino e dal culto della madre terra, che sta dentro usi (anch'essi comuni) di cotture e di combinazioni di ingredienti. Anche se è vero, che non tutti i popoli del Mediterraneo amano gli stessi prodotti del mare. Alcune religioni vietano i muscoli. Con varie motivazioni. E poi, ho raccontato a Toscani, che dietro i nostri muscoli (che tutti ormai chiamano virtualmente cozze) c’è una storia. Quasi un percorso che si dipana in un tratto di costa che va da Livorno a Marsiglia. In vecchio provenzale i mitili si chiamano, infatti (al plurale) ‘muscles’. Muscle-muscolo. Quindi ho detto a Toscani, per me è necessario mantenere il nostro termine. Una storia che mi appassiona davvero, questa. Mai avrei immaginato di diventare il testimonial dei muscoli ripieni. (la ricetta che li accompagna, è fra l’altro, di Daniela Vettori, anch'essa testimonial di un altro grande prodotto ligure: il pesto. Quindi con grande gioia ho raccolto l’invito a mettere il mio volto nelle mani di Oliviero Toscani per indicare nei muscoli ripieni un cibo cult, sia che siano preparati in sughetto rosso, oppure in bianco, teneramente avvolti in una salsina di aglio e prezzemolo con sentori di vino bianco secco. Il dentro è sempre una promessa di gusti che si amalgamano a quello che domina: il mare. Ho parlato del mio messaggio. Ma tutti (dico tutti) gli altri volti hanno un riferimento preciso con il Golfo e il suo territorio, che si lega all'Appennino, e in questa unione di mare-monti regala piacevolezze (non parlerei di cibi degli dei, ma di sapori che danno piacere alla bocca e allo spirito). Chi non sorride al mondo dopo aver degustato gli sgabei, o la focaccia spezzina, la farinata, un pezzetto di torta di riso salata, con un fresco Vermentino dei Colli di Luni? E la felicità di qualche ostrica del Golfo? Una frittellina di baccalà…..Una bruschetta con il lardo di Colonnata? Oppure una bruschetta con un velo di pesto? Il cielo si fa più vicino. Ed è Il cielo del Golfo della Spezia. Tutto questo ho colto nelle mani di Oliviero Toscani e nel suo dolce invito: "sorrida, deve far venire la voglia di mangiare i muscoli ripieni !". Missione compiuta? I volti che sfilano sulla passeggiata Morin hanno tutti questo sottofondo. Parlano spezzino. E invitano a scoprire i cibo-gioielli del Golfo e del suo entroterra.
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