12 novembre 2014

I Barbagiuài


I BARBAGIUAI
Per sei persone
Ricetta della Tradizione, originaria di:
Camporosso e Vallecrosia (IM)
Ricetta Vegetariana
Ingredienti 
(per tre dozzine circa)
Per il ripieno:
Un pezzo di zucca matura e soda, circa un kilogrammo
Un uovo
150 gr di riso (o di purea di fagioli di Pigna)
100 gr di pecorino e/o Parmigiano reggiano
Uno/due cucchiai di brussu  
(in alternativa Prescinseua o ricotta di pecora)
Maggiorana 
Olio extravergine d’oliva, q.b.
Sale q.b.
Per la sfoglia:
400 gr. di farina 0
6 cucchiai di olio extravergine di oliva
Acqua e sale, quanto basta
Olio extravergine di oliva o di arachide per friggere


Utensili di preparazione e presentazione
La spianatoia
Il matterello
Una pentola
Una terrina
Un coltello
La rotella dentata per la pasta o il coppapasta
Un cucchiaio di legno
Friggitrice o una padella capace
Una pinza da cucina
Carta assorbente


Procedimento per la preparazione
Impastare la farina con acqua tiepida, l’olio evo e il sale,
 fino a formare un impasto morbido e sodo; 
lasciarlo avvolto nella pellicola o in un contenitore chiuso, in modo che non si asciughi.
Pulire la zucca, tagliarla a pezzi e metterla in forno a 160°/180°, 
fino ad ottenerne la cottura.
Cuocere il riso, mantenendolo al dente, scolarlo e trasferirlo in una terrina; 
aggiungere il brusso, il Parmigiano reggiano grattugiato, la polpa della zucca schiacciata con una forchetta, il sale, l’uovo e la maggiorana finemente tritata, mescolando bene.
Stendere la sfoglia con il mattarello, in strisce della larghezza di dieci centimetri circa; 
a distanza regolare disporre dei mucchietti di ripieno; 


rovesciare la pasta sul ripieno stesso e saldarla premendo con le dita; 
infine ritagliare i “ravioloni” con la rotella dentata o con un coppapasta. 
Friggere in una padella in abbondante olio evo bollente, 
fino a che non diventano dorati e croccanti. 
Passarli su un foglio di carta assorbente da cucina per far assorbire l’unto in eccesso.
Servirli caldi, ma sono ottimi anche freddi.
Note:
 Il nome dialettale di questo raviolo fritto deriverebbe dall'inventore della ricetta, 
un tale zio (“barba” in ligure) Giovanni (“Giuà”), che pare fosse un ottimo cuoco.
Il successo di questo piatto sta probabilmente nell'unione del dolce della zucca 
con il gusto deciso e piccantino del brussu o brusso
 (la ricotta fermentata tipica delle vallate dell’entroterra di Imperia).
Il Barbagiuà, presente dal Principato di Monaco (dove viene chiamato Barbagiuan
a Bordighera, fino a Pigna e tipico dell'entroterra ventimigliese, 
è festeggiato nella terza domenica di settembre
 nella Val Nervia, a Camporosso dove si svolge la tradizionale Sagra dei Barbagiuài: 
oltre ai festeggiamenti religiosi in onore della santissima Addolorata, 
si distribuiscono fino a 6000 ravioli fritti in piazza in un'enorme padella.
Spesso sono serviti come antipasto e proposti con molte varianti da paese a paese, 
ad esempio con un ripieno a base di bietola invece che di zucca, 
con una purea di i fagioli di Pigna , con o senza riso, con la ricotta in sostituzione del brussu.
Oggi è consuetudine mangiarli appena fritti, ma un tempo i contadini li preparavano la sera
per mangiarli il giorno dopo, quando si allontanavano da casa per andare a lavorare nei campi.
Nel periodo dell’anno in cui manca la zucca, con la stessa procedura usata per “i Barbagiuài”,
 si preparano i “Pansaròti o Pansaoti”, sostituendola con sei etti tra borragini e spinaci 
(o bietole) puliti, bolliti e strizzati.
Un’altra variante, senza un nome particolare (che ricorda molto i Gattafin di Levanto ), 
prevede zucca e borragini insieme, mescolati con ricotta e formaggio grattugiato.






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