Acciughe indorate e fritte,
mi pare Mediterraneo
profondo
di Gabriella Molli
Direi cibo di strada, le
acciughe indorate e fritte. Da mangiare con il sorriso guardando il mare. La
semplicità e la storia sono nel piatto. Non ci sono le acciughe fritte fra le
99 ricette impedibili da salvare nel Mediterraneo che si trovano nel libro di
Enrico Gurioli e Alessandro Molinari Pradelli “Il mare in cucina” (Gribaudo,
2010). Ci sono acciughe “condite”, “crude”, “marinate”, alici “sperone” che
sono quelle che vivono in profondità assieme agli scampi. Ma no, le acciughe
indorate e fritte non sono citate dai due autori. Eppure il fritto è molto
mediterraneo. Trascrivo quanto afferma
Giovanni Ballerini nel libro “La cucina dei numeri primi” (Orme/Tarka, 2014). “Il fritto italiano è
un’eredità greca. Il mondo greco, nella sua
grande estensione e nel corso dei secoli, mostra attenzione e gradimento per un
tipo di cottura dei cibi che possiamo identificare con il fritto e la frittura. Alessandro d’Afrodisia,
commentatore d’Aristotele del II-III secolo dell’età corrente, precisa che i
cibi fritti sono cotti dal calore esterno secco del fuoco che riduce il liquido
posto nella padella (olio) a vantaggio del cibo che lo assorbe. Per questo il
fritto si oppone al bollito”.
Quello che sulla costa ligure
viene definito “scabeccio” (c’è chi lo scrive con una c sola) è una eccellenza. Voglio raccontare una ricetta
che ho raccolto negli anni Sessanta a Lerici. Ricetta che adoro e che è
diventata un mio cavallo di battaglia.
scabeccio de anciue
(ma anche scabeccio di lacerti,
o sgombri)
Ingredienti per 4 persone
un kg di acciughe appena
pescate (non devono avere del rosso sulla testa),
andate al mercato prestissimo
una carota (qualcuno ne mette
due, addolciscono)
una costa di sedano
due cipolle bianche (oppure
rosse di Tropea)
due foglie di alloro
olio di frantoio
500 g di buon aceto bianco
(ma c’è chi ne mette tre quarti)
uno spicchio di aglio
rosmarino
un cucchiaio di zucchero
peperoncino, se piace
Come si fa
-tagliare le verdure a
striscioline
-metterle ad appassire in una
padellona in olio con tutte le verdure e gli odori
-farle “appassire” lentamente
con lo zucchero fino a quando le fettine di cipolla sono trasparenti
-introdurre l’aceto con un
bicchiere ben pieno di acqua
-state preparando un decotto
che va portato a ebollizione per tre-cinque minuti
-lasciar riposare
-friggere in padella con olio
le acciughe ben pulite e asciugate
-metterle su carta paglia
(scottex) a perdere olio in eccedenza
-comporle delicatamente
sovrapponendole dentro una terrina dai bordi alti
-incorporare il buon decotto
dai mille profumi emanati da tutte le erbe e gli odori
-lasciar riposare un giorno
(c’è chi lo fa per 36 ore) in luogo fresco
-servire freddo
La cosa più bella è servirle
come antipasto, ma in qualsiasi momento della giornata sono un rompidigiuno
godurioso. Amato, dicevamo, da coloro che mangiano slow e amano i gusti forti.
Meglio se si usa aceto di ottima qualità. L’aceto è una perla quando si cucina.
Quindi lo scabeccio è un piatto che costa.