Dal legame con la parola trecentesca “gattafure”, che allude soprattutto a torte con ripieno, a Levanto nascono i Gattafin di Levanto, piccolissime tortine di verdura fritte. Nel Rinascimento, le torte di verdure liguri, hanno dato origine ai ravioli, che allora si consumavano anche fritti.
I GATTAFIN
Ricetta Vegetariana
Ingredienti per quattro - sei persone
Per la sfoglia:
250 g di farina tipo 0
1 bicchiere di vino bianco oppure un uovo fresco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Eventualmente un po' di acqua tiepida
1 pizzico di sale fino marino
Per il ripieno:
1 kg di bietole o erbette miste di
campo
1 cipolla rosa dolce
5 rametti di maggiorana fresca (erba persa)
2 uova
100 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
Olio extravergine d’oliva
Sale fino marino
Per friggere
Olio extravergine d’oliva o di semi di arachide
Procedimento per la
preparazione
Impastare sulla spianatoia gli ingredienti per preparare la
sfoglia (farina a fontana, l’uovo o vino bianco, olio e una presina di sale e
acqua). Ricavarne un impasto morbido ed elastico; infarinare e porre il panetto
in frigorifero, avvolto nella pellicola da cucina, per circa 30 minuti.
Pulire le bietole o le erbette e
cuocerle per un paio di minuti nell’acqua bollente, lievemente salata.
Scolare,
raffreddare e strizzare bene; su un tagliere tagliarle più o meno finemente, secondo i
gusti.
Imbiondire dolcemente la cipolla pulita e tritata in un tegame
con un po' di olio. Aggiungere le erbette, mescolare bene e lasciar insaporire a
fuoco dolce. Unire la maggiorana lavata e sfogliata, le 2 uova battute e il Parmigiano (quando in primavera si
privilegiano le erbette selvatiche, un po' amare, si può addolcire il composto, aggiungendo un cucchiaio di ricotta freschissima di pecora).
Mescolare bene e aggiustare di sale,
il risultato dovrà essere un composto abbastanza sodo.
Sulla spianatoia infarinata, tirare la pasta con il
matterello, formando delle strisce rettangolari. Utilizzando un cucchiaio, mettere un pochino di farcitura sulla sfoglia, ad
una distanza di circa 5 cm l’uno dall'altro, ripiegare la pasta sul ripieno, comprimere con il palmo della mano e chiudere lungo i bordi. Con la rotella dentata tagliare i Gattafin
a forma di quadrato, ricavando ravioli di circa 8 cm di lato ognuno. Friggere in
abbondante olio extravergine di oliva bollente o di arachide, pochi alla volta, sino a dorarli
bene. Servirli subito, con una spolveratina leggera di sale.
Note
I Gattafin, solitamente serviti come antipasto, sono un piatto
storico del territorio levantese, la preparazione è ancora oggi soltanto locale
e per tutelarla l'Associazione Sapori di Levanto, ha voluto registrare la
denominazione, depositando il marchio Gattafin.
Ci sono due teorie sull'etimologia del nome di questo piatto:
- dalla raccolta di erbette selvatiche da parte dei picchettini
della vecchia cava di pietra in località
la Gatta, nelle vicinanze di Levanto e utilizzate dalle loro mogli per
preparare il ripieno di questi ravioli fritti in olio extravergine d’oliva (da qui il nome di “Finezze della Gatta” ovvero Gattafin)
- dal legame con la parola trecentesca “gattafure”, che
allude soprattutto a torte con ripieno.
Nel Rinascimento, le torte di verdure liguri, hanno dato
origine anche ai ravioli, che allora si consumavano fritti.
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