20 dicembre 2013

Una cena “mielosa” con Andrea Sottanis


Una cena “mielosa” con Andrea Sottanis
 di Gabriella Molli

 Esiste una cucina del miele. Di questo è fortemente convinto il piccolo produttore
 di mieli d’eccellenza Andrea Sottanis dell’azienda agricola “Neo Aristeo", 


che a fine 2013 si è conquistato le tre “apine” d’oro della Regione Liguria  nell'iniziativa
 riguardante il Concorso "Mieli dei Parchi della Liguria".
Così Andrea ha iniziato una serie di cene con chef-cucinieri 
che fanno del miele un ingrediente di grande armonia.
Dopo un primo incontro conviviale al Mamagamma di Sarzana, ha tenuto la seconda cena 
(con un menu centrato su miele di acacia e di castagno)
 A Cà Do Leo sulla costa di Monte Murlo

Alessandro Della Rossa, lo chef Fabio De Angelis, Gabriele Angeli [A Ca' Do Leo]

 e Andrea Sottanis [Neo Aristeo]


E in questa serata “mielosa” ha anche presentato quello che considera il frutto di una sua sperimentazione felice: il miele al tartufo. 


Collaudato in forma di salsa su un maialetto al forno con cornice di patate arrosto. 
Ovviamente Andrea ha scelto Acqualagna come paese produttore di tartufo, 
dove già esiste una sperimentazione di miele al tartufo. 
Ed è andato a “naso”, scoprendo che il suo miele di acacia ben si combina 
con la profumazione del piccolo tubero.
Nel menu della serata “mielosa” di Cà Do Leo, tante delizie 
Per aprire, Elogio al miele di castagno:
 Gambero in crosta di pasta fillo e semi di papavero. 
Frittelline di baccalà e castagne profumate. 
Carpaccio di carne salada trentina con agrumi  (scorzette candite). 
Flan di zucca con fonduta di taleggio.

Poi Elogio al miele di acacia. 

Gnocchetti di patate in salsa al Bergader (formaggio tedesco erborinato) noci, carciofi. 
Quindi Elogio al miele delle Cinque Terre:
 Maialino, tartufo e patate al forno. 
Dolce chiusura con babà al rum e crespella con crema chantilly, frutta secca e candita.



Da citare una scoperta che ha deliziato: le frittelline di baccalà e castagne
indubbiamente già un insolito abbinamento.
 Ma l’aroma del miele di castagno, ha dato al piatto uno straordinario appeal. 
Un piatto che decisamente  potremmo definire: dello stupore.
Dunque la cucina del miele, sostiene Andrea con queste sue cene “mielose”, 
che offrono orizzonti nuovi da esplorare. Da ri-scoprire. 
E le sue cene, più che una pubblicità per il suo miele, sono messaggi di un uomo giovane,
 per una ri-scoperta della biodiversità dei prodotti del territorio.
Coltivato dalla mamma (Gianna è nata in Val di Vara e ama i gusti della sua terra) 
e dal padre (Riccardo è stato un caporedattore del Secolo XIX) che ha sempre sostenuto
 l’esigenza di non far scomparire la cucina del territorio e le valenze dei suoi prodotti. 

Grappa al miele

Andrea sta diffondendo anche l’esigenza di salvare i castagneti dal cinipide 
e le coltivazioni dalla fame-furia dei cinghiali.
A fine cena, fuori menu, A Cà Do Leo  c’era una torta celebrativa del premio tre apine,
 realizzate dal pasticciere con pasta di mandorle. 
Evviva, una delizia.






           


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