Una cena “mielosa” con Andrea Sottanis
di Gabriella Molli
Esiste una cucina del miele.
Di questo è fortemente convinto il piccolo produttore
di mieli d’eccellenza
Andrea Sottanis dell’azienda agricola “Neo Aristeo",
che a fine 2013 si è
conquistato le tre “apine” d’oro della Regione Liguria nell'iniziativa
riguardante il Concorso "Mieli dei Parchi della Liguria".
Così Andrea ha iniziato una serie di cene con chef-cucinieri
che fanno
del miele un ingrediente di grande armonia.
Dopo un primo incontro conviviale
al Mamagamma di Sarzana, ha tenuto la seconda cena
(con un menu centrato su miele di acacia e di castagno)
A Cà Do Leo sulla costa di Monte Murlo
Alessandro Della Rossa, lo chef Fabio De Angelis, Gabriele Angeli [A Ca' Do Leo]
e Andrea Sottanis [Neo Aristeo]
|
E in questa serata “mielosa” ha
anche presentato quello che considera il frutto di una sua sperimentazione
felice: il miele al tartufo.
Collaudato in forma di salsa su un maialetto al
forno con cornice di patate arrosto.
Ovviamente Andrea ha scelto Acqualagna
come paese produttore di tartufo,
dove già esiste una sperimentazione di miele
al tartufo.
Ed è andato a “naso”, scoprendo che il suo miele di acacia ben si
combina
con la profumazione del piccolo tubero.
Nel menu della serata
“mielosa” di Cà Do Leo, tante delizie
Per aprire, Elogio al miele di castagno:
Gambero in crosta di pasta fillo e semi di papavero.
Frittelline di baccalà e
castagne profumate.
Carpaccio di carne salada trentina con agrumi (scorzette candite).
Flan di zucca con
fonduta di taleggio.
Poi Elogio al miele di acacia.
Gnocchetti di patate in salsa al Bergader
(formaggio tedesco erborinato) noci, carciofi.
Quindi Elogio al miele delle
Cinque Terre:
Maialino, tartufo e patate al forno.
Dolce chiusura con babà al
rum e crespella con crema chantilly, frutta secca e candita.
Da citare una scoperta che ha
deliziato: le frittelline di baccalà e castagne,
indubbiamente già un insolito
abbinamento.
Ma l’aroma del miele di castagno, ha dato al piatto uno
straordinario appeal.
Un piatto che decisamente
potremmo definire: dello stupore.
Dunque la cucina del miele,
sostiene Andrea con queste sue cene “mielose”,
che offrono orizzonti nuovi da
esplorare. Da ri-scoprire.
E le sue cene, più che una pubblicità per il suo
miele, sono messaggi di un uomo giovane,
per una ri-scoperta della
biodiversità dei prodotti del territorio.
Coltivato dalla mamma (Gianna
è nata in Val di Vara e ama i gusti della sua terra)
e dal padre (Riccardo è
stato un caporedattore del Secolo XIX) che ha sempre sostenuto
l’esigenza di
non far scomparire la cucina del territorio e le valenze dei suoi prodotti.
Grappa al miele |
Andrea sta diffondendo anche l’esigenza di salvare i castagneti dal cinipide
e
le coltivazioni dalla fame-furia dei cinghiali.
A fine cena, fuori menu, A Cà Do Leo c’era una torta celebrativa del
premio tre apine,
realizzate dal pasticciere con pasta di mandorle.
Evviva, una
delizia.