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30 settembre 2013

Storie di cacao a Pitelli


Storie di cacao a Pitelli
di Gabriella Molli
Leggendo la goduriosa ricetta di Daniela che mi ha fatto sognare 
(mi accade spesso seguendo il procedimento di un piatto, 
di pre-gustarlo con la testa a mo’ di sogno, sarà l’età) 
mi è venuta in mente una ricetta “raccontata” (raccolta a Pitelli) 
che mi ha stupito molto e mi ha fatto molto pensare.
 Dunque a Pitelli, che è un borgo sulla collina a est del golfo della Spezia, 
dove ho scoperto ci sono le grotte dei saraceni e la casa saracena, 
si fa una torta di bietole per San Bartolomeino. 
Una torta sulla linea di certi dolci del tardo Medioevo, che profuma di mistero.
Fra gli ingredienti di questa torta c’è una barretta di cioccolato.
Ecco la ricetta “raccontata”
Torta per la festa di San Bartolomeino:
Ingredienti: bietole, uvetta, pinoli, amaretti, una barretta di cioccolato.
Sfoglia solo sotto: farina, uovo, sale, un pezzetto di burro


Come si fa:
Bollire le bietole, strizzarle, tritarle rigorosamente con la mezzaluna, aggiungere le uova,
 lo zucchero, l’uvetta già ammorbidita, i pinoli, gli amaretti sbriciolati dentro il mortaio, 
la barretta di cioccolato ridotta in pezzettini con il coltellaccio.
 Porre tutto in una ciotola e con le mani girare dolcemente in modo che gli ingredienti si amalgamino bene. Preparare la sfoglia e metterla nella teglia già imburrata. 
Inserire il ripieno e stenderlo con cura. Girare gli orli della sfoglia con le dita a pizzico.
 Mettere in forno a 180° fino a quando la crosticina è dorata.
Già la presenza di uvetta pinoli mi parla di terre del Mediterraneo, dove queste tradizioni 
sono ben radicate. Amaretti=Mandorle. E anche qui c’è profumo di costumi arabi. 
Ma il cioccolato come è arrivato a far parte della Torta per San Bartolomeino? 
Le origini del cacao in Italia sono post-colombiane. 
Ma perché in questa torta è abbinato alle bietole? 
Una torta similare la si trova a Lucca per la festa di Santa Zita. Anche lì come è arrivata?


Le torte quasi sempre hanno a che fare con la manipolazione della farina e dell’uovo, 
quindi si rapportano ai culti religiosi mediterranei della rinascita
 (o della perpetrazione di fecondità e benessere).
A ben pensare, le bietole (come le barbabietole, e quindi lo zucchero) 
sono venute anch'esse da aree del mare nostrum. 
Molti indizi mi portano a pensare che la torta di San Bartolomeino,
 abbia qualche radice nei dolci di queste aree. 
Resta l’enigma del perché sia stata scelta per festeggiare San Bartolomeino
 in un borgo di origini tardo  medioevali sulla rotta di collegamenti fra la Val di Magra
 e la costa a levante del Golfo della Spezia. 
Forse vi sono stati precedenti manipolazioni  di torte sulla scia di passaggi di “foresti”.
 Vedi i pellegrini (si sa, le cucine camminano sulla bocca degli uomini). 
Ma Pitelli deve essere stata davvero frequentata molto prima anche da qualche saraceno...
ce lo dicono alcuni indizi esplorando i nomi dei luoghi del territorio (casa dei saraceni, per esempio). Qualcuno ha raccontato un dolce di casa sua e le donne hanno cercato di rifarlo?
Nel tempo si sono aggiunti nuovi ingredienti?

Fave di cacao

 Attenzione, sono  sempre stati scelti perchè legati alla ricerca di un apporto benefico 
(l’uvetta è un piccolo seme nell’antichità legato alla fertilità). Così il pinolo. 
Anche il cacao che è venuto dopo il Settecento, dicono porti energia e felicità.
Le donne hanno sempre legato i loro cibi alla richiesta devozionale: 
fammi fare tanti figli, dammi la felicità con mio marito.
 Ecco così che  la torta di San Bartolomeino potrebbe legarsi a tutte queste invocazioni. 
Diventando così marcatore antropologico ed etnografico.    




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