Il 10° Festival della Mente a Sarzana (SP) |
Al 10° Festival della
Mente, partecipo all'incontro con Massimo Montanari
- ApprofonditaMente
- “Parlare di cibo al tempo della crisi “con
molta curiosità, sia perché è ritenuto a
livello internazionale uno dei maggiori specialisti di storia
dell'alimentazione ma anche perché insegna all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo [la prima università al mondo nel suo genere, nata per volere di Carlo
Petrini, il fondatore di Slow Food ].
Perché parlare così tanto di cibo in questo momento di
crisi? Perché se ne è sempre parlato molto, sostiene Montanari, che si definisce uno storico vorace e un
cuoco di sopravvivenza.
Fin dall'antichità nei trattati di botanica, di scienze
naturali, nei contratti agrari, nella vita dei signori e dei contadini, nel commercio,
nella medicina e nella dietetica e
ovviamente nei libri di cucina [i più antichi ci provengono dalla Mesopotamia e
furono scritti su cocci con caratteri cuneiformi] , di cibo si è scritto e
trattato, è sempre stato l’elemento facile, per parlare di argomenti difficili.
Solo da qualche decennio l’argomento è salito al vertice delle
attenzioni e la novità è l’esistenza dei media che hanno amplificato il tema del cibo. Parlarne
sembra più importante che mangiare. Programmi televisivi, film, milioni di foto sui social come Twitter, Facebook,
Pinterest, Instagram, al punto da essere definiti “paparazzi del piatto” dal francese Le Monde,
coloro che compulsivamente postano foto di piatti a tutte le ore del
giorno e della notte. Ovviamente dietro
a tutto ciò c’è anche la presenza dell’industria alimentare, della grande
ristorazione e del turismo gastronomico, che amplificano ed enfatizzano i riti
sociali, legati al consumo del cibo e delle bevande [basta pensare al rito del
caffè, che di fatto è una bevanda eccitante, ma che colleghiamo immediatamente
al momento di pausa e relax] . Non è più
economia domestica, convivio, momento di
riunione familiare, ma uno show gratuito
in TV, dove tutti diventano curiosi
voyeurs e vogliono scoprire quel che fa
un grande chef, senza recarsi nel suo costoso ristorante. Non dobbiamo dimenticare che il cibo è un elemento
molto importante della cultura di un popolo, di una società, dell’umanità:
coltivare, produrre, trasformare, nutrire. Intorno al cibo ruotano temi
importantissimi legati al nostro
benessere e a quello del nostro pianeta: la salute, l’ambiente, il rispetto, la cultura, lo spreco, l’ecologia, l’economia, la sostenibilità, ultimamente
l’utopia del km0 …
E’ un piacere, come
il sesso, legato al mantenimento della specie, l’atto finale di un percorso
fatto di idee, pensieri, creazione, non una fuga dalla realtà e la ricetta dev'essere vista come un dono, un racconto o uno spartito musicale [Gualtiero
Marchesi], un procedimento che deve essere seguito per fare una magia; i testi
di cucina sono importanti per recuperare usanze e pratiche del tempo passato
e per arricchire la nostra conoscenza.
In cinese la parola crisi [wēijī ] è composta di due caratteri: uno rappresenta
il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità. Ecco, la nostra opportunità in questo momento di crisi, è sfruttare
l’informazione, il web e i media per recuperare
la conoscenza del cibo, intesa come competenza e strumento di scelta e differenza. Conoscenza,
dell’utilizzo dei prodotti, dei saperi,
delle tradizioni, del piacere che nasce dal bisogno, ma la cosa più importante,
la conoscenza per evitare di acquistare
cibo non idoneo alle nostre tavole e alla nostra salute.
Massimo Montanari |
Massimo Montanari nato a Imola nel 1949, insegna Storia medievale e Storia
dell’alimentazione all'Università di Bologna, dove dirige il master europeo in
Storia e cultura dell’alimentazione. Ha dedicato le proprie attenzioni di
studioso soprattutto a due filoni di ricerca, tra loro strettamente integrati:
la storia agraria e la storia dell'alimentazione, intese come vie d'accesso
preferenziali per una ricostruzione della società medievale nel suo insieme:
strutture economiche e sociali (rapporti di lavoro, di potere, di proprietà),
aspetti concreti e materiali della vita quotidiana, valori culturali e
mentalità. Fra i suoi lavori più importanti:
L’alimentazione contadina nell'alto Medioevo (Liguori
Editore, 1979); Atlante dell'alimentazione e della gastronomia (curato con F.
Sabban, UTET, 2004). Per Editori Laterza ha pubblicato: Alimentazione e cultura
nel Medioevo (1988), Convivio (3 voll., 1989-1992), La fame e l'abbondanza
(1993), Il pentolino magico (1995), Storia dell’alimentazione (con J.-L.
Flandrin, 1997), La cucina italiana (con A. Capatti, 1999), Il cibo come
cultura (2004), Il formaggio con le pere La storia in un proverbio (2008), Il
riposo della polpetta e altre storie intorno al cibo (2009), L’identità
italiana in cucina (2010), Gusti del Medioevo (2012). È anche autore di un
manuale di storia per gli istituti secondari superiori: Vivere nella storia (3
voll., Editori Laterza, 2012).
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