Orolio e la Torta di Riso Dolce
di Gabriella
[con la ricetta della torta di riso dolce di Pitelli]
Ma che buona la cena povera di Orolio a Pitelli (SP), tenuta presso l’Oratorio della Confraternita del Santissimo Sacramento, dove è andata in scena la prima edizione di un concorso che avrà una sua eco in tutta la Liguria per originalità e spirito. Infatti, la Pro Loco di Pitelli, presieduta da Gianni Pioli e di cui fa parte l’ex assessore provinciale Federico Barli, ha ideato una sfilata di oli di piccoli produttori “di casa”, in un concorso (Orolio) che ha visto come giudici gli “assaggiatori” del panel della Camera di Commercio della Spezia, capitanati da Mario Lalli. A lui si deve il nome Orolio del concorso.
“Orolio - ha spiegato il
capo-panel Lalli – è una parola che sintetizza due concetti: olio e oro di
Pitelli”. E questo olio di collina, baciato appena dal salmastro, è stato il
protagonista di una cena “povera” perché legata ai piatti della civiltà
contadina e quindi impostata su pochi
elementi, divinamente interpretati dagli iscritti alla Pro Loco (in buona parte
donne). L’ingresso o meglio l’amuse-bouche (come direbbero in Provenza) è stato
affidato alle bruschette con le acciughe sotto sale. Dietro questo stuzzichino
due magnifiche donne: Marta e Marinella. La prima riesce a mettere sotto sale
il “pane del Mare” con un’arte che racconta di una storia di donne sapienti,
non solo della costa ligure, ma a quanto pare, anche dei suoi colli: Pitelli si
adagia dolcemente su una collina tutta olivi e orti con vista magica sul golfo
di Lerici da cui si domina il panorama del monte Carpione. Permettere al sale
di combinarsi con la carne dolciastra delle acciughe e attuare una
trasformazione in grado di stupire le papille, è davvero Arte con la “a”
maiuscola e Marta ha mostrato di essere pienamente in possesso di tutti i
segreti. Il completamento della magia dei sapori è dovuto invece a Marinella
Bertoli, alla sua grazia nel combinare armonicamente aglio e prezzemolo con
l’orolio pitellese.
Due i piatti forti della
cena, simbolo della civiltà contadina spezzina, poveri soltanto in apparenza:
la pasta alla contadina e la polenta con olio
e parmigiano. Il cavolo e la patata, protagonisti della prima. La farina
di mais dell’asciutto di Pignone, nella seconda. Per la pasta alla contadina
sono stati scelti maccheroni rigati, per dare tono al succo brodoso del
matrimonio fra cavolo e patata. Orolio di Pitelli ha dato quel tocco di
arrotondamento del gusto, che ha reso speciale un piatto antico nato per
calmare la fame e predisporre al sonno. Questa pasta, infatti, era il piatto
della sera e serviva per accarezzare lo stomaco dopo una giornata di fatica.
Certamente una consuetudine gastronomica subentrata nella civiltà contadina dopo Colombo. Data come
esempio di consuetudine gastronomica della provincia spezzina negli Atti della Giunta per l’Inchiesta
Agraria del 1876-1884.
Le delizie della polenta con
il mais dell’asciutto di Pignone (questo granturco adattatosi molto bene nelle
valli del Pignone e del Casale da essere un’eccellenza) condita con l’olio
delle Colline Pitellesi, ha mostrato nella cena di Orolio come una elaborazione
molto lunga (rigorosamente fatta con il bastone di legno) possa far diventare
mediterraneo un piatto che trae le sue origini da posti lontanissimi al di là
dell’Oceano. Un piatto un tempo “ammazzafame”, ora decisamente legato non più
alla necessità della cultura pre-industriale, ma alla cultura di “Cibo e
ambrosia” che ognuno di noi si porta dentro.
DULCIS IN FUNDO: LA TORTA DI
RISO DOLCE.
Va scritto tutto maiuscolo questo modo di terminare una cena. Che
ha messo in evidenza la storia di un prodotto su cui non ci si sofferma mai
sufficientemente, per coglierne il valore di eccellenza. Siamo in un’enclave
geografica, dove questo dolce ha un suo percorso storico. Pitelli condivide la
consuetudine della torta di riso dolce della festa della Madonna con Lerici,
Arcola, Vezzano, Sarzana, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Nicola e giù giù fino a
Carrara e poi stop. Nel Golfo infatti è salata come in Val di Vara e nelle Cinque Terre. Grazie, Pro Loco di Pitelli per il valore storico di questo dulcis
in fundo.
TORTA DI RISO DI PITELLI
per San
Bartolomeino
Ingredienti:
400 gr di riso,
400 gr di riso,
800 gr di zucchero,
la buccia grattugiata di un
limone di giardino,
un litro e mezzo di latte,
11 uova
alchermes e anice,
un pizzico di sale,
burro solo per ungere la
teglia,
sfoglia solo sotto.
Procedimento:
-lasciare solo un bicchiere di
latte per fare la sfoglia
-cuocere il riso nel latte con
lo zucchero e un pizzico di sale
-fare la sfoglia con farina,
un uovo, latte e un pizzichino di sale
-lasciar raffreddare il riso
in una ciotola
-aggiungere al riso tutte le
dieci uova ben battute
con la scorza grattugiata di limone in un’altra ciotola
-profumare il composto con alchermes
e anice
-stendere la sfoglia in una
teglia imburrata
-porre dentro la teglia
l’impasto
-piegare l’orlo della sfoglia
rigirandolo a pieghine con le dita
-infornare a 180° fino a
quando non si forma
la canonica crosticina dorata
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