Foto from Cantine Lunae Bosoni |
Ho incontrato “1.B”
Ero stata chiamata a parlare di zucca alle Terrazze
nel giorno di Halloween
e quindi mi sono parecchio dilungata sul tema ravioli
di zucca.
Con mia sorpresa gli organizzatori dell’incontro e le cucine delle
Terrazze hanno offerto
al buon pubblico presente proprio un assaggio ravioli di
zucca al burro e salvia,
che facendo innoridire i puristi, denominerò alla
spezzina.
Già, perché erano privi di amaretti e con quel tocco di armonia fra
formaggio fresco (ricotta)
e zucca appena velato di noce moscata, che ha
intrigato parecchio il mio palato.
Ma che usciva dai canoni delle ricette
canoniche.
Yvonne Riccobaldi |
(primo sommelier della Liguria) è “1.B” dell’
Azienda Lunae.
Bollicine che non conosco.
Anche se ho frequentato i corsi AIS di Marco Rezzano
(a lui devo un nuovo interesse per il vino,
e non finirò mai di ringraziarlo)
sono ancora sul metro del “mi piace” o
“non mi piace”.
Ebbene “1.B” mi è piaciuto. Vuoi la freschezza, vuoi i profumi.
Ho cominciato ad analizzare l’etichetta.
Il nome in sintesi vuol dire: il
nostro primo brut è il numero uno di una serie
che anno dopo anno offrirà il
segno di come procede (e dove va)
la vinificazione d’avanguardia in Val di
Magra. Il B sintetizza invece: Bosoni.
Vale a dire un vignaiolo (Paolo) che è
partito come tanti dalle vigne di suo padre
per arrivare a un’azienda prima in
Liguria, affermata a livello nazionale.
Un suo vermentino è citato da Parker fra i primi cento vini italiani.
“1.B” è dunque un vino spumante di qualità
dell’azienda Lunae
e nasce da Albarola, greco e Malvasia.
I vigneti sono
posizionati in territorio di Castelnuovo Magra e Ortonovo,
con esposizione
sud-est a 150/200 metri circa sul livello del mare.
Il terreno ciottoloso e
ricco di scheletro regala note fruttate e freschezza.
L’Albarola si sente e dà
piacevolezza, ma al naso arrivano anche note leggere floreali,
come quando si
percorre la collina di Castelnuovo ricca di glicini e biancospino.
Ortonovo |
“1.B” non vuole confronti con cibi molto strutturati.
E’ aperitivizzante, fresco, gentile, lievemente fruttato e fiorito.
Il
matrimonio perfetto è con cibi non molto strutturati.
Quelle di “1.B” sono
bollicine che vanno in armonia con un cappon magro,
con una insalata tiepida di
verdurine cotte e crude combinata con muscoli del golfo
e julienne di gamberi, con bomboloncini di baccalà
misti a frittelline di mele acidine.
Bollicine da
gustare attingendo con la punta delle dita da un conetto di carta paglia,
acciughine fritte combinate con frittelline di zucchini.
Oppure panini mignon
caldi, pieni di sugo bianco di muscoli del golfo al profumo di timo.
La scelta
elettiva vincente è però focaccia salata e olivette taggiasche.
Un omaggio alla
triade mediterranea vino-olio-grano.
La focaccia è un vessillo mediterraneo
La focaccia spezzina si ottiene, come quella genovese,
dopo anche otto ore
di lavorazione,
mescolando farina, olio extravergine, acqua, sale grosso.
Perché pensare che la focaccia alla Spezia la si fa in
modo diverso rispetto a Genova?
La superficie è lucida e ambrata, connotata dai
buchetti lasciati dalle impronte delle dita,
in cui si raccoglie un po’ d’olio
e dove mani veloci hanno distribuito anche un po’ di sale grosso.
Tutto qui.
[La curiosa Gabriella]
Una domanda nasce naturale: prima di Paolo e Diego
Bosoni
c’è qualcuno che ha fatto nascere sul territorio un vino con le
bollicine e quanti lo sanno?
Ebbene fra le mie esperienze con le bollicine ve n’è
una che mi ha fatto conoscere un personaggio
di vignaiolo molto schivo,
innamorato del suo lavoro,
con grandi conoscenze dei processi che stanno sotto
la vinificazione: Aldo Rozzia.
Ha ricevuto i suoi vigneti per eredità e ha
deciso di continuare a produrre vino
e dopo essere stato operativo in una
grande industria con sede nel Napoletano,
si è dedicato totalmente alle vigne.
Ricordo di essere stata a visitare la sua cantina in un lontano aprile.
Scoprii
così che Aldo Rozzia oltre a un superbo vermentino
produceva anche uno spumante
delizioso.
Ebbene, alla fine degli anni Ottanta, fu proprio
l’ingegnere-vignaiolo Aldo Rozzia
a creare le prime bollicine della Val di
Magra nell'entroterra di Ponzano.
Ancora oggi la sua è una produzione di
nicchia
ed è quasi impossibile riuscire a catturarne una bottiglia.
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