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08 gennaio 2013

Ars culinaria in un panigaccio



Ars culinaria in un panigaccio
 di Gabriella Molli
Cosa è un “panigaccio”? 
Una specie di disco dove si legge la storia di mani femminili, 
che hanno impastato acqua-farina-sale.
 Ma dove si legge anche la magia del fuoco e il sapere antico che è stato tramandato nei secoli. 
La fame si calma, i pensieri diventano più fluidi. 
Un panigaccio tira l’altro.

Panigacci di Podenzana

 La gioia di una continuità culinaria che ha attraversato i secoli, un rito che si rinnova. 
Questo è un panigaccio.

Panigazi di Castelnuovo Magra
 Notizie storiche:
 Panigazi di Castelnuovo Magra,  panigacci di Podenzana, testaroli sarzanesi 
e testaò di Varese Ligure,  sono sulla stessa linea storico-gastronomica,
 e si allineano anche con i testaroli pontremolesi
altra specialità della tradizione della Lunigiana storica,
 a cavallo fra La Spezia e Massa-Carrara.
 La ricetta è la stessa: impasto di farina, acqua e sale.
 Sono sempre sottili dischi ricavati da una pastella cotta su strumenti rotondi.
 I testi sono di ghisa nel caso dei panigazi di Castelnuovo Magra, di Sarzana
 e dal 1950 circa, di Pontremoli (prima venivano fabbricati in terracotta), 
di terracotta nella cucina tipica di Podenzana.

Testaroli di Pontremoli  con sugo di funghi

Curiosità sulla triade testaroli-panigacci-panigazi :
 I testaroli, come documenta la parola, vengono fatti in un testo di ghisa con coperchio. 
La forma tonda è comune alle tre preparazioni.
 Più piccola per i panigacci,  più grande per i testaroli,
 documenta in tutti e due i casi la radice di offerta sacrale preromana prima e romana poi.
 La primogenitura dei panigacci si attesta sulla collina di Podenzana
 ed è nato un consorzio per proteggerla. 
In zona c’è una produzione di piccoli testi in terracotta che servono per la cottura. 
Nella versione in uso a Castelnuovo Magra nella Vallata della Magra il termine panigacci si trasforma in panigazi e vengono usati dei testi in metallo con il manico lungo.

Panigazo di Castelnuovo Magra

Note di  genealogia dei sapori :
La preparazione avviene un testo di ghisa dal lungo manico. Ma la sostanza non cambia.
 Si tratta sempre di pani azzimi più sottili nel caso dei panigazi di Castelnuovo Magra.
 Più consistenti e scrocchianti nel caso dei panigacci di Podenzana.
 Ma sempre piacevolissimi dischi che trovano la loro “morte” conditi per un sapere ancestrale 
con olio e parmigiano. Per il piacere delle papille serviti anche avvolti sensualmente
 nella sapida salsa di pesto la cui storia è più recente. 


Tracce di memorie gustative lasciate dagli invasori genovesi in questo condimento?
 Il massimo del piacere gustativo è mangiarli piegandoli su se stessi e di nuovo. 
Ma altra caratteristica preparazione consiste in un rinvenimento della morbidezza
 attraverso l’immersione veloce in acqua salata calda, 
dopo essere stati tagliati in losanghe (i testaroli). 
Anche questa forma è sacrale.

Testrolo pontremolese tagliato a losanghe





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