Signori, a Tellaro la castagna è servita in piazza
Le donne dell’U.S. Tellaro amano le castagne, la loro dolce
farina e la convivialità.
Lo hanno dimostrato in una merendata in piazza con
questi sapori d’autunno sabato 17 novembre,
giornata di accoglienza dei turisti
con piccoli banchi dedicati all'artigianato locale,
ai sapori delle verdure
dell’orto a km zero, all'olio di Tellaro, già un tempo vanto del borgo,
oggi
riconquistato alla produzione DOP e biologica da Agritur.
Un tempo splendido ha
accompagnato tutta la bella giornata in cui le donne
dell’U.S. Tellaro hanno
avuto vicino alcuni uomini per preparare il fuoco delle caldarroste
oppure
per friggere le bombette di farina
dolce.
Una “dolce” condivisione di compiti perfettamente riuscita,
anche grazie all'arte culinaria che sembra essere una qualità del DNA dei tellaresi.
Polpo
docet. Le torte di farina dolce, come è da tradizione antica,
sono state fatte
su ricette di casa, ognuna diversa dall'altra.
Persino nel colore o nella presenza
di ingredienti aggiuntivi ai canonici uvetta e pinoli.
Come è accaduto per una
profumazione con scorza di arancia.
Una vera delizia di torta.
Caldarroste morbide nel classico cartoccetto di carta
paglia: per tutti il ricordo dell’infanzia,
la gioia del togliere la buccia e
di accompagnare alla bocca le castagne
appena tostate e ancora calde.
appena tostate e ancora calde.
Un
momento di grandi sensazioni.
E poi le bombettine di farina dolce accompagnate
da ricotta:
l’artefice dei deliziosi sgonfiottini è Giorgio del Miramare.
Non ha svelato la
ricetta, ma friggeva con la grazia di un raffinato gourmet
come preparasse un
dessert per la principessa.
Sue anche le olive sotto sale: olive della
Rocchetta, teneva a raccontare.
Vale a dire olive dei “monti”, così a Tellaro
chiamano i loro siti sul monte Carpione.
E qui ha raccontato la sua ricetta.
“Stendo le olive in una teglia e le cospargo di sale.
Tutto lì. Ogni giorno
tolgo l’acqua amara che emettono e spolvero ancora con un po’ di sale.
Così
ogni giorno, fino a quando si sono raggrinzite perché il sale le cuoce.
Poi le
metto in una arbanella aggiungendo fettine di limone e arancia per
aromatizzarle”.
Una delizia. Quanto sale? "Quanto basta", ha risposto sorridendo.
E’ la regola antica, la misura empirica.
Quella che le donne hanno sempre
usato, forti del loro felice intuito.
All writing and images on this site ©2012 Le Cinque Erbe