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26 novembre 2012

Laboratorio del Gusto Slow Food sul Polpo, alle Cinque Terre



LABORATORIO DEL GUSTO SUL POLPO
con Matteo Bertola 
di Gabriella Molli

Siamo usciti dal laboratorio del gusto sul polpo di Matteo Bertola 
@il ristorante  Ripa del Sole a Riomaggiore nelle Cinque Terre
con la sensazione di sapere tutto su questo mollusco dalle otto “gambe”.
 E questo perché “tutto quello che dovevamo conoscere sul polpo” 
era scritto sulle deliziose tovagliette-sottopiatto  che Matteo ha sistemato sui tavoli 
per personalizzare la sua cena. 


E per raccontare storie di polpi della costa delle Cinque Terre
 ha voluto accanto a sé  Edoardo Silvestri, pescatore “eroico” e amico di avventure sul mare. 

Matteo Bertola con Edoardo Silvestri
Ambedue si dedicano infatti a una pesca che rispetta il fondo del mare e la stagionalità dei pesci,
con un particolare amore per alcune specie che sono deliziose ma poco conosciute, 
come il pesce castagna; tipologie poco amate dai ristoratori che preferiscono  pesci di allevamento
 cosiddetti nobili, sulla linea di clienti e consumatori che sono completamente catturati 
da prodotti del mare che arrivano da lontano e spesso viaggiano ore e ore..... 

Polpo di allevamento
L’indifferenza in questo campo è sovrana quanto l’incultura. 
Matteo Bertola ha maturato una sua cultura slow sul consumo di pesce
 e il laboratorio del gusto sul polpo lo ha ampiamente dimostrato. 
Nel suo lavoro è certamente gratificato da un ambiente familiare
 in cui si parla molto di cibo sano, buono-pulito-giusto. 

Polpo locale di scoglio 


Per la cena sul polpo Matteo ha scelto un ingresso molto delicato 
con accenti stagionali da tavolozza del pittore. 
L’insalatina che accompagnava il polpo verace al vapore era tonalizzata sui colori dei topinambur
 e di finocchio, radicchio rosso, melograno, carota, ravanello, 
cavolo romano cotto,sedano, sedano rapa cotto.


 Matteo ha riservato al piatto forte dei gigli (pasta particolare dell’Alta Valle Scrivia)
 il ragu di polpo all’antica servendolo su crema di patate allo zafferano, porro croccante. 
Tante le  scoperte a livello di sensazioni felici del palato. 
Il ragu parte con una cipolla rossa, polpo macinato con il tritacarne e vino bianco delle Cinque Terre.
 E Matteo svela anche un suo accorgimento personale per permettere al ragu di cuocere a fuoco molto basso. Immensamente gioiosa la nota dell’aggiunta quasi a fine cottura del rosmarino. 
La crema di patate profuma anche di zafferano.
 La decorazione di porro a julienne è lunga: il porro va infatti  messo nel latte tre ore
 e prima di friggerlo viene infarinato con semola di grano.
 Il piatto ha un’armonia incredibile di gusti e viene applaudito a scena aperta.




 Una polenta mantecata in quenelles accompagna invece i polpetti di paranza 
che completano lo show rosso cupo della composizione
 (il peperoncino contribuisce non poco alla tonalità emergente del piatto).


 La gentile freschezza di una zuppetta di frutta (ananas, mandarino, arance, ribes, lampone)
 con sorbetto al limone chiude in modo frizzante il concerto di armonie
 che il maestro Matteo Bertola ha dedicato ai suoi amici slow.

Gabriella Molli e Matteo Bertola





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