Incontro Slow Food
Gioco del piacere con i vini passiti
(racconto di una food blogger semi astemia ma molto curiosa……)
Un altro piacevole appuntamento organizzato da Slow Food a La Spezia @Museo Etnografico " G. Podenzana":
Gli esperti che ci hanno accompagnato in questa simpatica esperienza sono stati
Giampaolo Barrani e Achille Lanata, il celeberrimo “Biscotto”.
I vini passiti da degustare e scoprire erano cinque (uno di questi non era italiano) e fare una classifica,
devo dire che non è stato così difficile come con l'olio.
La mia grande sorpresa è stata lo scoprire al termine, che non ero andata poi così distante dal responso degli altri partecipanti..….
Il n.1(classificato 5) era un Risling Silvaner di Rheingau (Germania) 9°, da vendemmia tardiva, detto anche Eis Wine perché i grappoli appassiscono sulla pianta anche in caso di neve, grazie al clima asciutto.
(Io lo avevo confuso con il Sauternes!!!!!);
il n. 2 (classificato 1) era uno Sciacchetrà (dal genovese sciacca = schiaccia e tra= tira ) del 2006,
prodotto con amore e passione da un privato di Riomaggiore;
il n.3 (classificato 2) un moscato passito dell’Elba 14°, molto delicato e profumato di miele,
è stato il mio preferito;
il n.4 (classificato 5) il Sagrantino Passito di Montefalco 16° (Umbria) un vino pregiato perché ottenuto da un vitigno a bacca nera, quasi perso e recuperato recentemente;
(Io lo avevo confuso con il Sauternes!!!!!);
il n. 2 (classificato 1) era uno Sciacchetrà (dal genovese sciacca = schiaccia e tra= tira ) del 2006,
prodotto con amore e passione da un privato di Riomaggiore;
il n.3 (classificato 2) un moscato passito dell’Elba 14°, molto delicato e profumato di miele,
è stato il mio preferito;
il n.4 (classificato 5) il Sagrantino Passito di Montefalco 16° (Umbria) un vino pregiato perché ottenuto da un vitigno a bacca nera, quasi perso e recuperato recentemente;
il n. 5 (classificato 4) uno scurissimo ed importante Aleatico dell’Elba 14,5°.
Non bisognava essere Sommelier per apprezzare questo passito meraviglioso!
Quando ci ha raccontato come ottiene le poche bottiglie che produce annualmente,
ho capito perché questo nettare delle Cinque Terre è così raro e prezioso;
oltre alla difficoltà che ovviamente incontra il viticoltore, per la faticosa posizione dei vitigni disposti in terrazze a picco sul mare, l’uva faticosamente raccolta, viene stesa al sole ad asciugare per 20/30 giorni, ritirata alla sera, per evitare lo sbalzo termico e l’umidità e poi i grappoli vengono schiacciati a mano, acino per acinoooooo. CHE POESIA!