Il territorio assai raccolto e parsimonioso si è giovato dell’ideale inclinazione verso i raggi del sole e gli afrori salmastri del mare.
Ne deriva la fama di erbe spontanee e profumate come di ortaggi e di frutta, di pregiata olivicoltura, come di variegata e qualificatissima viticoltura; senza dimenticare i boschi, con gioielli incomparabili quali le castagne ed i funghi.
La popolazione ligure montanina s’è data, con discrezione, alla pastorizia e all’allevamento di pollame e conigli, per la mancanza di pascoli estesi; quella rivierasca e marinara alla pesca.
La coltivazione dell’ulivo ha garantito una grande e qualificata produzione di olio, tra cui alcune punte di diamante per l’Italia (in particolare quello ricavato dall’oliva taggiasca): di gusto tenue, raffinato, mai aggressivo, inconfondibile per la sua trasparenza e brillantezza, con un lieve retrogusto di pinolo. Un olio in grado di rispettare i profumi delle erbe aromatiche e la freschezza degli ortaggi.
Le verdure che crescono al sole della Riviera sono insuperabili: delicati fagiolini verdi senza filo, tenere insalatine, gustosi carciofi, piccole e deliziose mele, farinose patate, eccellenti radicchi ed i funghi di bosco che crescono con una certa abbondanza, insieme alle pregiate castagne ed alla vasta messe di erbaggi spontanei.
La cucina ligure è quindi prevalentemente “di magro”, quasi vegetariana, nata dall'esigenza di sfruttare al meglio qualsiasi alimento disponibile: al di fuori di alcuni piatti confezionati con pollame e carni bianche, raramente il vitello (sempre adoperate comunque con rispetto e parsimonia) o di quelli a base di pesce fresco o conservato dal sale o dall’olio, tutti gli altri si giovano della presenza quasi esclusiva di fragranti elementi vegetali.
I piatti di ieri sono divenuti attuali e moderni.
Oggi , inoltre
Un altro elemento fondamentale che contraddistingue questa grande cucina, legato anch’esso alla navigazione, è costituito dalle sorprendenti analogie con le gastronomie di altri paesi, specie dell’area mediterranea: vi si rintracciano influenze arabe, corse, spagnole, portoghesi…..
Frutto di intelligenza non comune, la gastronomia ligure, nella sua meravigliosa essenzialità, scevra da spezie e sapori aggressivi, ma ricca di erbe ed aromi delicati, rivela il pensiero che la sostiene e si dimostra una cucina tra le più sane ed attuali della penisola (e forse anche del mondo?!?).
liberamente tratto da “La cucina della Liguria” di Alessandro Molinari Pradelli